Preparazione
20
minuti
Cottura
1:40
ore
Tempo totale
2:00
ore
Si narra che le sue origini risiedano nel quartiere ‘Regola’ di Roma, dove un tempo vivevano i vaccinari, ossia coloro che macellavano gli animali. Fa parte del quinto quarto (gli avanzi del bovino), insieme a trippa, milza, cuore e frattaglie, e rappresentava il cibo povero destinato alle famiglie meno benestanti.
Tagliare la coda a pezzi tra una vertebra e l’altra seguendo le giunture. I pezzi risultanti vengono chiamati, in romanesco, rocchi. In una pentola mettere a scaldare l’olio. Arrivato a temperatura, unire la carne e rosolare per qualche minuto.
Aggiungere il trito, il sale e il peperoncino e lasciare insaporire per qualche minuto. Sfumare con il vino e cuocere per 15 minuti, finché non sarà evaporato. Versare il pomodoro passato e ½ litro di brodo, quindi coprire e cuocere per 90 minuti, a fuoco moderato. A questo punto, se la coda è di vitello, dovrebbe staccarsi facilmente dall’osso.
Per la coda di manzo, si inizia facendo bollire i pezzi in abbondante acqua salata, con una cipolla, una carota e un gambo di sedano, per un paio d’ore. Si scola la coda, tenendo il brodo ottenuto e filtrato. Da qui si procede come nel primo caso.
La ricetta classica e tradizionale prevede l’utilizzo di uvetta, pinoli e cacao. A cottura quasi ultimata potete preparare una salsa mettendo in una padella antiaderente il sedano, qualche cucchiaio di sugo della coda, una manciata di pinoli, una manciata di uvetta e un paio di cucchiai di cacao amaro.
Calorie
10% del fabbisogno giornalieroCarboidrati
3% del fabbisogno giornalieroProteine
8% del fabbisogno giornalieroGrassi
14% del fabbisogno giornalieroAccedi per commentare la ricetta